Cari Volontari,
come preannunciato, lo scorso fine settimana ho partecipato ad un importante appuntamento del Movimento di Volontariato Italiano: l'assemblea nazionale che si è tenuta dal 6 all'8 novembre a Falerna Lido (CZ) in Calabria. Una appuntamento aperto a tutti i volontari d'Italia. Lo slogan "Oltre noi stessi" ha scandito le fitte giornate di incontro confronto: sono stati molti gli stimoli ricevuti, soprattutto legati al nostro ruolo, non come soggetto erogatore di servizi, ma come moltiplicatore di responsabilità, che io mi permetto di aggiungere condivisa. Il nostro agire porta a volte, anche a causa della crisi che stiamo vivendo, a "fare" e ci vede impegnati in vari contesti, che comunque dovrebbero essere luoghi di incontro e di partecipazione, dove il "fare" va accompagnato alla giusta lettura dei bisogni che devono essere esplicitati, manifestati a tutti i livelli, soprattutto alle istituzioni.
Un volontariato che parte dal basso, che dialoga con le molte realtà impegnate per il cambiamento dell'attuale modello di sviluppo, che si impegna per la promozione di stili di vita e modelli economici etici, sostenibili, rispettosi dell'ambiente e capaci di promuovere una maggiore equità sociale. Tutto questo ricondotto al bisogno di mettere in rete e condividere le esperienze, i vissuti, le competenze.
Molti gli interventi qualificati delle numerose personalità di livello nazionale che sono intervenute, fra tutte le relazioni ascoltate, mi è rimasta nel cuore la testimonianza di Nunzia Coppedè, Presidente della F.I.S.H. Calabria (Federazione Italiana Superamento Handicap) che, nei giorni precedenti l'incontro, è stata vittima di un sabotaggio ai freni del suo veicolo, adattato al trasporto di persone con disabilità.
Mi sono portata a casa l'esperienza di una donna coraggiosa, da sempre impegnata, che non ha paura di difendere i diritti delle persone, soprattutto di quelle con disabilità.
Scrive il giornalista Franco Bomprezzi "Una combattente nata, da quando è cresciuta al Cottolengo di Roma, pur avendo solo una disabilità fisica, le conseguenze di una patologia che le ha fortemente ridotto l'uso delle braccia. Ma sulla sua sedia a rotelle gira il mondo per diffondere i principi della vita indipendente, e per organizzare servizi a favore delle persone svantaggiate, soprattutto in Calabria, soprattutto rompendo le scatole a tutti i "poteri incrostati".
Sentire il suo racconto, sentire nella sua voce alternarsi la paura, lo sgomento e la forza che la spinge ad andare avanti, la sua grinta... nel dire "e continuerò ad andare avanti a testa alta, quando ci si mette la faccia nelle cose può succedere di tutto".
La nostra testimonianza, la nostra presenza, il nostro impegno quotidiano di associazioni di volontariato, possono aiutare anche le persone come Nunzia che nonostante la loro disabilità vivono la vita da protagonisti, testimoniando che il cambiamento è già avvenuto, che si possono promuovere azioni di cittadinanza attiva per le pari opportunità, l'eliminazione delle barriere architettoniche, ma anche per quelle mentali che a volte non ci fanno vedere le ingiustizie del mondo.
A presto,