“Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia.
Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta.”
Khalil Gibran
L’alba che ci aspetta: è questo l’orizzonte di cui abbiamo bisogno per vivere in questo momento, il traguardo che ci può motivare e infondere energia per affrontare le sfide quotidiane, fare programmi, respirare speranza. Si incontrano persone preoccupate, ci si confronta per trovare soluzioni nell’organizzazione delle attività, ci si ferma poi per una pausa pranzo e per scambiare due parole, magari in un locale del centro, e i gestori ti raccontano quanto stanno vivendo, le preoccupazioni per il prossimo settembre; ci sono ancora molte persone in cassa integrazione e chi da mesi non riceve uno stipendio. Tanti gli scenari e le situazioni che si possono vivere e ciascuno, nel raccontarsi, si sofferma sulle emozioni del quotidiano e riporta quel sentire in bilico tra il timore e la speranza. Abbiamo veramente bisogno di sognare ancora: magari tutto non si potrà realizzare, ma almeno il sogno rischiara il quotidiano, portandoci a immaginare il meglio di quello che potrebbe succedere. Oggi ci stiamo impegnando tutti a convivere con il coronavirus, abbiamo aggiunto anche questa all’elenco delle possibili malattie, e con speranza andiamo avanti… il futuro non lo possiamo conoscere, ma possiamo provare comunque a renderlo migliore, facendo del nostro meglio per noi e per gli altri, convinti che c’è un’alba che ci aspetta.
Mario Palano, presidente
Maria Rita Dal Molin, direttore