“NO ALLA PARTITA IVA PER IL TERZO SETTORE” L’APPELLO AL GOVERNO
In assenza di specifici interventi normativi dal 1^ gennaio 2025 entrerà in vigore il nuovo regime Iva per il terzo settore. Le disposizioni di modifica si sono rese necessarie a seguito della procedura di infrazione mossa dalla Commissione europea per il mancato adeguamento fra le norme comunitarie e quelle italiane.
Ciò significa che, pur non dovendo pagare l’imposta, gli Ets non commerciali saranno costretti a dotarsi di partita Iva ad assolvere così una lunga serie di adempimenti burocratici e amministrativi, particolarmente gravosi e difficilmente sostenibili soprattutto per le organizzazioni, che costituiscono gran parte del terzo settore nazionale.
Per questo motivo anche CSVnet, l’associazione nazionale dei 49 Csv attivi in Italia rilancia l’appello del Forum terzo settore “È valore sociale, non vendita. No alla partita Iva per le attività associative del terzo settore”.
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ANCHE IL CSV DI VICENZA SOSTIENE L’APPELLO RILANCIANDO IL COMUNICATO DI CSVNET
Dal 1° gennaio 2025, senza interventi legislativi, gli Enti del Terzo Settore (ETS) non commerciali saranno obbligati a dotarsi di partita IVA, sebbene esenti dal pagamento dell’imposta. Questo cambio normativo potrebbe tradursi in complicazioni amministrative significative, penalizzando soprattutto le piccole organizzazioni. Anche il CSV di Vicenza si unisce al sostegno dell’appello del Forum del Terzo Settore, intitolato “È valore sociale, non vendita. No alla partita IVA per le attività associative del Terzo Settore”. L’obiettivo è evitare che le nuove disposizioni compromettano i servizi fondamentali per le comunità, chiedendo che le attività associative senza un chiaro scambio economico tra costi e contributi restino esenti dall’IVA. Siamo preoccupati per le difficoltà che questo regime IVA comporterebbe, rischiando di minare il prezioso servizio del volontariato per il bene comune.
Gabriella Mezzalira, presidente
Maria Grazia Bettale, vice presidente
CSV di Vicenza