Nato nel 1998 da un gruppo di volontarie, il comitato vicentino dell’associazione punta alla riabilitazione globale delle donne: fisica, psicologica e sociale. Il suo Centro diventato primo “breast unit” del Veneto. È una delle storie raccontate dal Csv di Vicenza .
Prima di tutto c’è la paura, poi la prima cosa a sparire è l’autostima. È l’esperienza delle donne a cui viene diagnosticato un tumore al seno.
Andos Ovest Vicentino onlus nasce nel 1998 da un’intuizione del dr. Graziano Meneghini e dall’impegno di un gruppo di volontarie motivate e consapevoli che il problema per la donna non si risolve con l’intervento. Il comitato, affiliato all’Associazione nazionale donne operate al seno, si occupa della riabilitazione globale della donna – fisica, psicologica e sociale – con l’obiettivo di accompagnarla per tutto il percorso di cura e anche dopo, aiutandola a ritrovare, appunto, la perduta autostima. La storia di Andos è stata raccontata da Piera Pozza, da vent’anni presidente, in occasione del primo convegno “La trama e l’ordito delle buone notizie” organizzato recentemente dal CSV di Vicenza.
Su iniziativa del comitato, presso l’ospedale di Montecchio Maggiore è stato attivato il Centro Donna – oggi Breast unit provinciale, primo in Veneto e riferimento per altri centri nati in seguito. Le autorità sanitarie, le istituzioni e il territorio hanno da sempre sostenuto il progetto. Andos Ovest Vicentino oggi opera in cinque ospedali: Montecchio Maggiore, Arzignano, Valdagno, Lonigo e Vicenza e offre supporto alle donne prima e dopo l’intervento, nella sede dell’associazione e in corsia con 70 volontarie formate e oltre 1.300 soci.
Il Centro Donna offre trattamenti di pressoterapia e di linfodrenaggio, attività fisiche di mantenimento, sedute di idrochinesi terapia presso la piscina di Lonigo, sostegno psicologico individuale e di gruppo e con i famigliari, che spesso diventano l’anello debole. Un servizio prezioso e irrinunciabile è il trasporto delle pazienti per la radioterapia, in collaborazione con altre associazioni del territorio. Uno sportello si occupa delle pratiche per la domanda di disabilità. Oltre che alla salute fisica, si è attenti alla salute dell’anima. Le donne ricevono consigli per le parrucche, il trucco e la dieta. Vengono proposte attività culturali e ricreative di ogni tipo, gite, laboratori e concerti.
Piera Pozza ha le idee molto chiare sul presente e sul futuro: “Vogliamo fare rete per raggiungere più obiettivi. Ogni donna dovrebbe avere la possibilità di accedere allo stesso modello di cure che offre il nostro centro e per questo continueremo a sollecitare le istituzioni.”
Tra le attività fondamentali dall’associazione c’è da sempre la prevenzione condotta in scuole, comuni, parrocchie, fabbriche. Lo scorso aprile è nato il progetto “Lo sport e il volley sposano l’Andos”, su iniziativa del comune di Montecchio Maggiore, con la squadra di A2 femminile Union Volley “S.lle Ramonda-Ipag”. Nelle partite casalinghe il palazzetto si riempirà del colore rosa dell’Andos e le atlete indosseranno nel pre-partita la maglietta con la scritta “Facciamo muro contro il cancro”. Con questa iniziativa si intende sensibilizzare le ragazze più giovani, i tifosi e i famigliari. “Se grazie a questa sensibilizzazione riusciremo a salvare anche una sola vita, – conclude Piera Pozza, – avremo vinto tutti”.