“Ci dimentichiamo le cose che vorremmo ricordare
e ricordiamo quelle che vorremmo dimenticare”
Cormac Mccarthy
È come correre su un prato, a squarcia gola, poi si casca, ci si alza e di tutta quella bella corsa si ricorda la caduta. Ricordiamo di solito ciò che fa male, la ferita sulla pelle, il solco sul cuore, lo strappo, il dolore. Ricordiamo! Allora si potrebbe pensare di fermare le cose che vorremmo ricordare e tenere un taccuino con noi per scriverle. Rileggendo ciò che scriviamo, la nostra mente ci restituisce le immagini di quel momento, delle cose che ci piacerebbe ricordare. Un tempo erano le foto dei nostri album, dei nostri ricordi.
Oggi, con i tanti stimoli che abbiamo, dobbiamo aiutare la nostra memoria, allenarci a cambiare prospettiva e impegnarci a guardare alla bellezza, al vero e al bene. Non è facile, perché le ferite bruciano sempre di più, anche nella nostra vita. Ma mentre ci soffermiamo sulla ferita, sul dito, rischiamo di dimenticarci dell’immensità della luna che quel dito indicava.
Gabriella Mezzalira, presidente
Maria Rita Dal Molin, direttore